domenica 15 gennaio 2012
AREA MAÌS, IL CERCHIO SI CHIUDE
di Emilio Magni
Una notizia di questi giorni riporta alla ribalta l'area del MAÌS, tanto in evidenza precedentemente quanto dimenticata attualmente.
Ritorna alla ribalta perché il Comune di BOSISIO PARINI ha deciso di renderla industriale nel nuovo PGT, anche se il Sindaco ha precisato che rimane agricola con destinazione industriale( bontà sua!) credendo di nascondere con questa affermazione le finalità della decisione.
Infatti, da quanto si è letto, esistono già gli interessati a cementificarla se è stato dato alla ditta FONTANA l'ultimatum per decidere di costruire su quest'area e non in quella, sempre agricola da passare industriale, dalla stessa acquistata in precedenza vicino al campo di golf ed al ristorante “La casupola”, salvo dare ad altri richiedenti questa possibilità.
Tanto si è discusso e scritto sul MAÌS, individuato dalla precedente Amministrazione Provinciale (BRIVIO), come sviluppo industriale tecnologicamente avanzato nel suo PTCP.
Nessuno dei contrari di allora si domanda come sarà effettivamente questa zona industriale e dove sarà indirizzata la viabilità che la interessa e che coinvolgerà anche MOLTENO?
Una coltre di silenzio è scesa su una vicenda ancora molto attuale, a dimostrazione che i movimenti di allora avevano un carattere esclusivamente politico.
E' consuetudine dimenticare troppo presto; è però doveroso chiedersi dove sono ora i difensori del verde, che si erano dimostrati con atti concreti (comitato, distribuzione di volantini in occasione di assemblee sul tema tenute a Molteno) contrari a questo insediamento?
Dove sono i 700 firmatari della petizione del Comitato nato ad hoc per la difesa di quest'area ora tutti in silenzio?
Chi si ricorda dei componenti il Comitato, tra cui: CASIRAGHI ANGELO, CHIARELLA GIUSEPPE, AMATI BRUNO, tuttora in Consiglio Comunale ed anche loro nel silenzio piu' assoluto?
Che dire dei rappresentanti del CIRCOLO AMBIENTE “ ILARIA ALPI “ di Merone,capeggiati da ROBERTO FUMAGALLI, schierati a difesa di quest'area?
Anche da loro totale silenzio mentre sarebbe interessante conoscere il loro pensiero e le loro azioni in merito (per la verità si sono fatti vivi con uno sterile comunicato che sa molto di dovuto e poco di sentito), anche perché una nuova cementificazione industriale è in arrivo in Comune di COSTA MASNAGA.
Quando si interromperà il consumo di territorio?
Lo studio dei nuovi PGT comunali prenderà in considerazione le problematiche della viabilità e del consumo di territorio nelle nostre zone?
Sembra di no!
Il destino del MAÌS è quindi segnato come area industriale del Comune di BOSISIO PARINI, come da tanto tempo era previsto, con la differenza che le decisioni sono ora esclusivamente nelle mani dello stesso e MOLTENO dovrà solo subirne le conseguenze.
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caro Emilio, il problema anche in questo caso è la politica. I politici inquinano tutto, compresi i movimenti ambientalisti, ancora oggi pieni dei vecchi comunisti che pensano prima al partito e poi all'ambiente. Di conseguenza, le opportunità cambiano a seconda dei tempi che corrono. Mentre l'ambiente è un valore assoluto immutabile e apartitico. Se pensiamo poi che tra gli un tempo anti-mais ci sono dei leghisti e chi oggi abbatte alberi "a scopo preventivo", c'è da stare poco allegri.
RispondiEliminaPenso che anche questo argomento sia tipico del nostro paesello Italia che come la nave “del Giglio” sta affondando a causa di manovre sbagliate. Nel disastro della nave del lusso, anche chi non ha la patente per guidare la macchina, avrebbe capito che una manovra del genere non andrebbe mai fatta, nel governo del nostro territorio e della nostra nazione anche un analfabeta capisce che si sta facendo il contrario di tutto.
RispondiEliminaUn P.G.T. viene approvato dal Comune interessato ma poi anche da Provincia e Regione. La Provincia ha un ruolo importante dato che pianifica il territorio provinciale tramite un documento chiamato P.T.C.P. e verifica la fattibilità di ogni P.G.T.. Alla luce della nuova pianificazione industriale prevista a Costa Masnaga non capisco come mai la Provincia non intervienga per ripianificare quanto previsto a livello industriale. A distanza di pochi chilometri si verrebbero a formare due grossi poli (Costa Masnaga e Bosisio Parini) che sono assurdi per il nostro territorio. Attualmente ci sono capannoni vuoti dove al posto dei macchinari stanno crescendo le erbacce. Secondo me sarebbe buona cosa fare un censimento dei fabbricati industriali, capire quanti ce ne sono in disuso, capire qual’è l’esigenza provinciale ed analizzare di conseguenza le nuove volumetrie che sono veramente necessarie. Faccio un esempio: a seguito dell’incendio che purtroppo è avvenuto nella ditta Spreafico di Dolzago, nell’oggionese molti hanno subito offerto all’imprenditore degli spazi per cercare di sopperire ai problemi gestionali. Questo significa che molti hanno capannoni o porzioni di essi che sono inutilizzati.
Faccio un’altra considerazione. Oggi, le multinazionali e le grandi aziende hanno intrapreso una nuova politica gestionale. Non acquistano più gli immobili ma preferiscono avere dei contratti di affitto. Questo lo fanno perché nel caso in cui quella determinata zona non abbia più un mercato favorevole, risolvono il contratto e se ne vanno. Preferiscono quindi pagare mediamente 150.000 € annui di affitto piuttosto che avere un capannone che non serve più a nulla. Questo fatto è favorevole però anche per chi investe nella costruzione. Stimando che un capannone di medie dimensioni può avere un costo di 1.200.00€, considerando i costi di gestione, in 9/10 anni di affitto, chi ha costruito si è ripagato l’immobile. Questo può preoccupare e non poco. Io stesso se avessi i soldi per farlo, ci farei un bel pensiero su una mossa del genere. Non vorrei che alcuni di coloro che costruiranno a Costa Masnaga o a Bosisio Parini, possa fare un ragionamento di questo tipo. Fra qualche anno ci si troverà con altri capannoni vuoti.
Qualcuno potrebbe dire: “ma se si costruisce il mercato almeno si muove”. Può essere vero ma in Italia si ragiona ancora sul nuovo, bisogna invece intervenire sull’esistente, sul vecchio e, nei nostri paesi, di quello ce ne é moltissimo.
ciao NICK,
RispondiEliminacredo che non sia la politica ad inquinare tutto ma la gran parte degli uomini che se ne occupano. Invece di interpretarla avendo come obbiettivo finale il bene comune, come dovrebbe essere, la usano per i loro interessi personali, di movimento o di gruppo.