mercoledì 27 gennaio 2010

Bayer, non solo Aspirina e Alka Seltzer

Tornati da Cracovia, l'ossessione è stata cercare di CAPIRE come sia stato possibile l'Olocausto. Come una nazione intera assieme ai suoi alleati (Italia Fascista compresa) abbia potuto pensare di giustificare un immane genocidio di Stato. Comprendere i motivi per i quali, in nome di un'allucinazione collettiva, milioni di pacifiche famiglie fatte di persone che lavoravano, studiavano, giocavano, amavano, piangevano, sognavano, sono state trattate peggio della più funesta piaga pestilenziale. Schiacciate come cavallette. Fatte strisciare come lumache rosse. Disinfestate come pidocchi. Disinfettate come il colera.
Il problema è che, a cercare ossessivamente di farsene una ragione, si rischia di andare in tilt, di finire in un loop cerebrale senza fine. E' successo. L'umanità doveva ritorcersi su se stessa fino a toccare le scapole della disumanità e ci è riuscita. Oltre a quello c'è il nulla. Forse è stato proprio a causa dell'assurdità dell'evento storico, di quell'angosciante vuoto della ragione, che alcuni pseudo-intellettuali hanno cercato di ridimensionarne la portata fino ad arrivare addirittura a negarlo.
Vale la pena leggere chi è, per esempio, Robert Faurisson, padre del negazionismo dell'Olocausto.

E vale la pena spendere qualche minuto anche per ricordarci passato e presente di multinazionali come la tedesca Bayer, madre dell'Aspirina, dell'Alka Seltzer, del Lasonil e di un comune "alza-pinello" similviagra.
Durante la Seconda Guerra Mondiale la Bayer è stata il braccio chimico della IG FARBEN, principale gruppo finanziatore del regime di Hitler e composto, tra le altre, anche da Agfa e Basf.
E' stata la Bayer a volere uno stabilimento a Birkenau per sfruttare la manodopera schiava e testare su di essa i propri ritrovati chimico-farmaceutici. La Bayer ha prodotto il Zyclon B, il pesticida a base di acido cianidrico che veniva usato nelle camere a gas di Auschwitz, Birkenau e Majdanek (negli altri campi si usava il monossido di carbonio prodotto dai carri armati).

Nel Dopoguerra la Bayer, separatasi dalla compromessa casa-madre, è scampata a tutti i processi per genocidio ed è diventata una delle più grandi multinazionali chimico-farmaceutiche del mondo. Finanziatrice di guerre civili nel Terzo Mondo e creatrice dell'Eroina e dei pesticidi responsabili, in tempi più recenti, della moria delle api che se spinta al limite potrebbe portare a impensabili scenari catastrofici. Ricordiamoci da dove veniamo. Dove vogliamo finire?

4 commenti:

  1. caro Nik,
    vorrei fortemente lasciare un commento, due parole, anche solamente una esclamazione atta a valorizzare ed aumentarne il tono su ciò che hai scritto... ma credimi, non ci riesco, non ci sono parole che possano esprimere la rabbia che questa parte di storia ci ha lasciato.

    Possiamo solo ricordare, ricordare, ricordare e tramandare, tramandare, tramandare ciò che è successo, SENZA MAI DIMENTICARE.

    Gimbo

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  2. ciao NICK
    grazie per quanto hai scritto. Possa la lettura sostituire le parole ed i commenti.
    Sono d'accordo con GIMBO, non ci sono parole per eprimere le sensazioni e le emozioni nel ricordare questa parte di storia. Però per ricordare, tramandare per non dimenticare, bisogna scrvere e parlare.

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  3. Gimbo, io sono incazzato nero perché ho la maledetta sensazione che la storia è davvero maestra di vita ma sono sempre di meno quelli che la stanno a sentire. Preferiscono l'oblio dell'idiozia. Ma come ci siamo ridotti? Una massa di dementi giocherelloni. Siamo solo un Bancomat, un carrello della spesa, un'automobile guidata dai petrolieri.
    Cavie per la industrie farmaceutiche, passepartout per i nostri politici.
    Il nostro passato ha valore solo se si può vendere come vintage. L'arte ci interessa solo se si può allegare a un mms da spedire a tutta la rubrica. Ma se la bolla di sapone scoppia solo chi ha avuto i piedi ben radicati nel sacro suolo della Storia riuscirà a sopravvivere. Gli altri faranno un bel botto. 'notte.

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  4. Caro Nick,
    avrei voluto lasciare un pensiero già ieri, ma ho preferito il silenzio e la riflessione.

    Le parole non escono, tanto ci sarebbe da dire e tanto è inutile dire.

    Non è possibile farsene una ragione, dobbiamo solo ricordare, stare in guardia e fare attenzione a dove stiamo andando.
    Giusi

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