venerdì 12 marzo 2010

Mai dire Maìs


Mai dire Maìs
Inserito originariamente da Zanzara di Molteno
Il sindaco ha annunciato che il nuovo polo industriale del Maìs non si farà più. Oddio. Non si farà più la miserrima parte che avrebbe dovuto interessare il nostro comune.

Un metro di là dal confine, invece, Bosisio seguiterà nel suo piano di sviluppo industriale, sperando che il sindaco Borgonovo dia davvero spazio a industrie non inquinanti e dedite alla ricerca sulle energie alternative. Non si parli però più di Maìs, perché porta male nominare i defunti. Anche se, in questo caso, bisognerebbe parlare di aborti, visto che il nuovo spauracchio industriale a ridosso di Coroldo è ancora di là da venire. Vedremo cosa combinerà l'amministrazione di Bosisio.

E vedremo anche se il nostro sindaco riuscirà in cambio a trovare sfogo ai camion che ad ogni ora, nonostante il recente fiorire di cartelli stradali come i funghi nelle foreste pluviali, vagano smarriti per le vie di Molteno chiedendo indicazioni in tedesco alle vecchiette che, per tutta risposta, cercano di farsi capire grazie ai lasciti longobardi sul nostro dialetto.
Con l'autista di turno che finisce puntualmente in qualche senso unico o strada a fondo cieco, smadonnando in italiano. 'ché nessuna lingua come la nostra riesce ad essere appagante nell'imprecazione.

3 commenti:

  1. ciao NIC
    per sapere cosa farà BOSISIO basta andare su CASATEONLINE e leggere le dichiarazioni del SINDACO di questo nostro confinante paese.
    Sarà un caso la contemporaneità delle dichiarazioni dei 2 SINDACI????????

    RispondiElimina
  2. GLI INTENTI SONO OTTIMI, DIREI, VISTO CHE A BOSISIO SI PARLA DI ENERGIE ALTERNATIVE!..."Tuttavia le intenzioni dell’amministrazione relative a quest’area non hanno nulla a che vedere con il vecchio progetto del “Polo del Maìs”: se dovrà esserci uno stanziamento sicuramente sarà di carattere industriale, tuttavia fortemente ridotto rispetto al passato”.
    Borgonovo ha inoltre espresso l’intenzione di realizzare un’area industriale di eccellenza: “Se dovremo sacrificare parte del territorio, dovrà trattarsi di industria tecnologicamente avanzata che non soltanto non abbia conseguenza ad esempio a livello di emissione di fumi o di rumore sul territorio circostante, ma che possibilmente utilizzi energie alternative e strutture a impatto zero. Questo per noi può essere un laboratorio di promozione di un’industria intelligente e rispettosa dell’ambiente, magari contemplando anche misure di perequazione a livello naturalistico”."

    RispondiElimina
  3. Sono tutte belle parole quelle delle energie alternative e bla bla bla bla...alla fine ti ritrovi sempre un bel blocco di cemento con al massimo sulla copertura una bella bateria di pannelli solari. Le emissioni ci sono sempre e sempre ci saranno, al massimo si limitano quelle acustiche ma se poi, in estate, gli operai sono costretti ad aprire le porte per non arrostire causa lavorazioni ad alte temperature (avviene già in una ditta ben nota), siamo al punto di partenza.
    Inoltre i costi per edificare dei capannoni innovativi aumentano minimo del 30%, oggi come oggi pochi sono gli imprenditori che affronterebbero questo discorso secondo me.
    Sognate amanti del verde e dell'aria pulita, non esiste un'attività produttiva ad impatto zero!

    RispondiElimina