lunedì 30 agosto 2010

Calamità naturali?

Mi scuso con le zanzare per l'assenza causa ferie e riprendo lentamente l'attività con queste considerazioni di Emilio Magni sull'alluvione di Ferragosto.

"Esiste ancora qualcuno che ha il coraggio di dare la colpa all'acqua per i danni che può procurare all'ambiente: frane, smottamenti, allagamenti etc.
Come si può dire che l'acqua è violenta? Forse perché si vogliono scaricare responsabilità sulla natura per la paura di sentirle pesarci addosso.
I veri responsabili siamo noi e non la natura!
Dopo un'alluvione si è portati ad elogiare il pronto intervento delle amministrazioni piu' attente e a criticare quelle che intervengono dopo le rimostranze dei cittadini. Sempre si assiste però a qualche rattoppo superficiale.
La vera efficienza di una amministrazione sta nella sua politica di prevenzione, in particolare nella gestione del bene comune, a partire dall'ambiente. Intervenire per riparare i danni è un dovere, meglio però prevenirli.
Questo però, difficilmente rientra nella logica della nostra politica amministrativa , in particolare degli ultimi anni, dove si sono privilegiati gli interventi visibili (in superficie) a scapito di quelli che non si vedono e non portano voti: manutenzioni dei corsi d'acqua, interventi su fognature, acquedotti etc. effettuati nel sottosuolo.
Si privilegia il cemento e poi ci si lamenta che l'acqua è incontrollabile, pronta a colpire magari una costruzione fatta nel punto sbagliato. Non è la costruzione responsabile, ma chi ha permesso che sia sorta in quella posizione o che si sia trovata in zona a rischio per colpa di insensati interventi successivi.
Le amministrazioni pensano poi a chiedere contributi economici a Regione e Governo, dichiarando emergenza per “calamità naturali”; perché non fare un serio esame di coscienza sulle responsabilità di una politica che prima facilita i disastri e poi chiede i danni?
Quando si capisce che l'ambiente deve essere una delle prime preoccupazioni di un'amministrazione comunale?
Per preoccupazione non intendo correre subito a riparare i danni, ma farsi promotori di una sensata politica di prevenzione, che non è l'intervento del geologo di turno pagato con soldi pubblici e quindi dei cittadini, dopo che il danno è stato fatto.
Si permettono costruzioni oltre la sopportabilità vivibile di un paese.
Si permettono piani edilizi selvaggi in zone ad alto rischio, senza seri e preventivi studi geologici, che devono essere fatti dai Comuni e non dalle ditte edili che hanno tutto l'interesse a raggiungere il loro obbiettivo che è quello di costruire in ogni caso e con ogni mezzo.
Qualcuno puo' obbiettare: a che serve recriminare il passato o andare contro permessi già concessi?E' vero: a che serve?
Il vero problema è che le amministrazioni dal cemento facile hanno la testa dura, ancor peggio del cemento.
Concedono ancora e ancora licenze edilizie, fanno condoni, eccezioni, deroghe, varianti. Sotterfugi per giustificare gli inganni.
Si continua a permettere di costruire con questi metodi anche in zone coinvolte nell'ultima esondazione del torrente BEVERA come in via del CAVO in centro A MOLTENO, a ridosso del torrente, dove sorgerà prossimamente una nuova cementificazione."

4 commenti:

  1. ciao nick ....e ben tornato
    comunque non dimentichiamo che il carissimmmmooo sindaco ha fatto della protezione civile di molteno il suo gioiello infatti se ne vantava della sua creazione,in merito alla prevenzione ha fatto la sua campagna elettorale con promesse ed espulsioni!QUESTI SONO I RISULTATI ANDAVA ESPULSO LUI. AAAAHHHH questo nostro caro sindaco uomo di fede pieno di p.... disposto a tutto, a discapito di tutto cementificare e raccimolare soldi poi ci lamentiamo del bevera se innonda le nostre case.

    RispondiElimina
  2. ciao NICK,
    ho scoperto che a MOLTENO c'è una pista da sci alpino, specialità slalom, si trova in via MARIO CONTI dove sono in atto lavori di asfaltatura con sicurezza per la viabilità uguale a zero!

    RispondiElimina
  3. Se non ricordo male il sindaco anche quando era assessore ai lavori pubblici, durante la costruzione del centro sportivo, a seguito di un spraluogo dell'ASL, aveva avuto problemi perché in cantiere non era rispettato quanto previsto dalla normativa!Mi sto sbagliando????

    RispondiElimina
  4. Un Signore, nativo di Molteno,figlio di imprenditore edile, anni orsono dopo allagamenti garage condominio Venezia disse:"A Molteno non si possono costruire garage interrati, come si scava si trova acqua anche se lontani dai torrenti figuriamoci se vicini".
    Alla domanda:" Ora ci sono nuove tecnologie che forse lo permettono"?
    Risposta:" No, a Molteno i vecchi nemmeno le cantine facevano".
    Infatti anche nella palazzina che fa angolo Via Conti/Viale Stazione, nei garage seminterrati dopo alcuni allagamenti hanno dovuto mettere le pompe e fare altri lavori per ovviare a questi disagi durante le pioggie.
    Questa palazzina direi che non è vicina al torrente, questo Signore probabilmente, anzi senza il probabilmente ha ragione.
    Per il resto sono d'accordo con la lettera scritta, vedi muretti di cinta sgretolati nel Gandaloglio sopra Dolzago, lo smottamento ferrovia ad Oggiono dove sembra ci sia stato un disboscamento.

    RispondiElimina