A metà gennaio il Difensore Civico della Regione Lombardia, "garante dei diritti dei cittadini e dei detenuti", al quale avevano fatto ricorso gli espulsi dalla Protezione Civile, aveva intimato a Proserpio di fornirgli le precise motivazioni scritte che lo avevano indotto a prendere una simile decisione ai danni di tre suoi concittadini, con tanto di verbale della commissione disciplinare.
Oggi, non avendo avuto soddisfazione alle sue richieste, l'ufficiale pubblico ha sancito l'illegittimità di quel provvedimento di espulsione, preso nell'assoluta violazione del PRINCIPIO DEL CONTRADDITTORIO. Il sindaco ha negato alla parte lesa il diritto costituzionale ad una pubblica difesa. Roba da terzo mondo.
Il Difensore civico chiosa il suo intervento intimando al sindaco di "porre gli interessati nelle condizioni di capire, (...), quali siano i fatti per i quali sono stati espulsi e dia loro modo di contestare, per le vie che riterranno opportune, il decreto di espulsione".
La storia continua. Il sindaco canterà?
Come ho sempre ribadito, la ragione prima o poi sarebbe venuta a galla.
RispondiEliminaOra bisognerà solo aspettere le astute mosse dei tre espulsi, che a quanto vedo non si sono mai fermati.
Sciocchi...non credo..anzi pazienti e scaltri si sono sempre mossi senza mostrare sdegno e rancore contro chi aveva leso i loro diritti e deriso ciò che era successo.
Ora tornano tutte le carte in tavola, false testimonianze e presunti salvatori della patria ora dovranno vedersela con la legge...quella vera, non stilata da loro.
In tutte le auto esiste la retromarcia, anche nell'essere umano, ma nessuno è stato in grado di saperla inserire.
Auguri, e che vinca la verità....noi aspettiamo QUESTO.....
brutta cosa, che il Difensore civico constati l'illeggittimità, peraltro evidente, di un provvedimento del nostro sindaco, che della legittimità, del rispetto delle regole, dovrebbe farne vangelo.
RispondiEliminaMa con l'arroganza, con la spocchia paonazza del nostro mister "traguardi importanti" è inevitabile infrangere ogni regola civile e non. Avesse chiesto scusa quando era ancora in tempo... Non averlo fatto, non essere stato capace di farlo, l'ha portato come al solito a raffazzonare fragili e inconsistenti difese.
Quanto all'altra questione spinosa di questi giorni, quella del decreto interpretativo, che ha avuto pure risvolti locali, per come la vedo io è giusto che la forza politica maggioritaria in lombardia partecipi al voto, ma che almeno, per rispetto dei cittadini che di fronte alla burocrazia non possono certo avvalersi di decreti interpretativi, che si chieda scusa agli italiani, per aver ingannato e pasticciato.
Però non c'è da stupirsi, se all'onorevole, prima di finire dietro le sbarre per camorra, si tributa un applauso in parlamento allora...
ciao NICK
RispondiEliminavorrei dire a WINNIE che è vero che una grande forza politica come il PDL, non può mancare ad un momento importante come le elezioni, ma... in democrazia esistono regole che valgono per la grande forza politica come per la piccola. Queste regole non devono essere cambiate in corsa per sistemare un grosso pasticcio messo in atto dalla grande forza politica.
In questi anni di democrazia chi ha commesso questi errori ha sempre pagato con l'esclusione.
@ Winnie: anche Moni Ovadia su l'Unità ha detto la stessa cosa: "che almeno chiedano scusa". Ma i politici - specie quelli presso la corte del Sultano - non conoscono più umiltà. Solo obbedienza in cambio di profitto personale.
RispondiElimina"Votantonio, Votantonio, Votantonio. Iiitalianiiiii!"