*Report di Emilio Magni sull'inagurazione sabato scorso del laboratorio del centro "La Rosa" alla memoria di Augusto Spreafico.
Numerose le persone presenti a questo appuntamento, che hanno conosciuto AUGUSTO SPREAFICO e che hanno raccolto l'invito a non mancare.
Numerosa anche la presenza di autorità che lo hanno conosciuto personalmente o che ne hanno sentito parlare.
Fra chi è intervenuto per evidenziare l'importanza dell'opera e dell'operare a favore dei piu' deboli di AUGUSTO SPREAFICO, è da mettere in una particolare evidenza quello di padre ANGELO CUPINI che, partendo da un particolare messaggio ricevuto per questa occasione, ha sviluppato una serie di pensieri in merito.
Questo messaggio, che riporto, è importante perché spedito da una persona, a quel tempo giovane proveniente dal LIBANO della guerra civile agli inizi degli anni '90, che in ITALIA è riuscito, con l'aiuto di AUGUSTO SPREAFICO a realizzare l'obbiettivo che si prefiggeva per il suo futuro.
La sua passione era rivolta all'arte e frequentando l'ACCADEMIA di BRERA è riuscito a raggiungere il risultato finale ed ora opera, dopo il ritorno al suo paese, nel campo televisivo (in Qatar) e si è così costruito la sua vita professionale e famigliare.
E' questo un esempio, ma per molti altri AUGUSTO SPREFICO ha operato nel momento del bisogno.
IL MESSAGGIO
“Sarebbe poco parlare dello zio in un solo email, ci vorrebbe un libro.
Le memorie di zio Augusto rimangono nel cuore e nel pensiero di me ma anche di centinaia di gente, almeno di quelle che ho conosciuto mentre andavo insieme a lui a visitarli in casa, ospedale, centri aiuti oppure anche nel carcere.
Sarebbe poco dire che lui era un amico lo zio era un padre universale perché il colore della carnagione oppure la religione non era importante; per lui è l'essere umano che vale.
Si arrabbiava delle ingiustizie che vedeva nel telegiornale, le guerre ed i conflitti.
Lo zio ci ha insegnato a resistere le difficultà della vita, di non fermarsi mai di avere fede in Dio.
…. scusa mi son fermato già due volte a piangere.......
In poche parole, in lui si trovava la bontà, la speranza, la vera amicizia, perchè il suo paese non aveva frontiere come il suo cuore.
Poi alla fine la strada non si ferma qua perché....(scusa ho pianto ancora)
Tramite lo zio ho conosciuto i suoi amici che pure loro sono brave persone e seguono la stessa strada...... e tutti quelli che lui ha aiutato fanno e faranno gli stessi passi, come una catena.
Se coltivi il bene nascerà il bene e quindi la speranza sarà eterna.
Grazie infinite a tutti gli amici che ho conosciuto in Italia”.
Tutti gli amici extracomunitari che AUGUSTO SPREAFICO aiutava, lo chiamavano zio.
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